Dal 2008, ogni anno, il 6 di maggio si celebra il World Kids Colouring Day ossia la Giornata internazionale del colore. Questa giornata è stata istituita per far riflettere i bambini ma anche gli adulti sull’importanza dei colori per esprimere le nostre emozioni. I colori inoltre hanno un significato simbolico anche se non uguale nelle varie culture. Nella nostra per esempio il rosso simboleggia l’amore, il giallo l’allegria e il nero la tristezza.
Anche nel mondo animale i colori sono essenziali nella comunicazione. Colori sgargianti rendono più visibili e questo è uno svantaggio se pensiamo alla predazione ma un vantaggio per esempio nel corteggiamento. In quasi tutte le specie animali, il maschio è più colorato perché deve attrarre verso di sé le attenzioni della femmina. Il colore è anche necessario per mimetizzarsi con l’ambiente ed in alcuni animali può cambiare a seconda dell’ambiente circostante proprio per questo motivo per esempio in camaleonti o polpi. Altra funzione del colore nel mondo animale è quella di comunicare pericolo o velenosità; questo tipo di colorazioni vengono dette colorazioni aposematiche e possono riflettere un vero pericolo o essere un inganno visivo per non essere vittima della predazione.
Ma come vengono utilizzati i colori nel mondo marino? Tuffiamoci insieme e scopriamo di più sull’importanza e l’utilizzo del colore da parte dei suoi abitanti!
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All’interno del Phylum dei Molluschi non possiamo non citare le classi dei Cefalopodi e dei Gasteropodi quando si parla di colore. Questi animali usano il colore per i fini più diversi: esprimere emozioni, difendersi dai predatori mimetizzandosi, ma anche rendendosi molto visibili e comunicando velenosità, attrarre il partner durante la stagione degli amori e addirittura alcuni cambiano colore in modo inconsapevole quando sognano.
Durante le immersioni nei coloratissimi fondali di Ustica potremmo avere difficoltà nel vedere un polpo (Octopus vulgaris) proprio per la sua abilità di mimetizzarsi con l’ambiente che lo circonda. Nei polpi, la possibilità di cambiare colore rapidamente in base all’ambiente è essenziale per sfuggire ai predatori. Questi animali hanno delle cellule particolari chiamate cromatofori che si trovano sotto l’epidermide e contengono pigmenti di diverso colore: quando l’occhio del polpo visualizza il fondale, manda un impulso al sistema nervoso che attiva cosi i cromatofori che sprigioneranno il pigmento che gli serve per assomigliare il più possibile al colore di riferimento. Ma l’utilizzo del colore nel polpo non è solo a scopo difensivo: ultimamente si è visto che i polpi possono cambiare colore anche durante il sonno a seconda di che ambiente stanno sognando o in base alle loro emozioni/sensazioni fisiche. Per esempio se innamorati diventeranno rossi, se spaventati più scuri, se malati giallognoli.
Tra i molluschi cefalopodi che cambiano colore che potremmo incontrare nel Mar Mediterraneo citiamo anche la seppia (Sepia officinalis) e il calamaro (Loligo vulgaris). Mentre il calamaro modifica il suo colore solo quando si sente minacciato, la seppia cambia colore per fini difensivi, emotivi ma anche riproduttivi. Il maschio durante la stagione riproduttiva sfoggia un mantello zebrato più appariscente del normale colore beige per far colpo sulle femmine. La femmina invece assume diverse sfumature di colore per segnalare al maschio la sua propensione ad accoppiarsi. Durante il corteggiamento il maschio e la femmina nuotano vicini cambiando continuamente il colore dal lato vicino al partner come se in questo modo stessero comunicando
I molluschi gasteropodi sono quei molluschi che posseggono una conchiglia protettiva a difesa del loro corpo molle. All’interno di questa classe c’è però una sottoclasse in cui la conchiglia viene persa nelle primissime fasi vitali chiamata Nudibranchi che come dice il nome stesso sono molluschi gasteropodi nudi ossia senza il rivestimento della conchiglia. Nel nostro mare ci sono 270 specie diverse di nudibranchi e 60 sono endemiche (presenti solo ed esclusivamente nel nostro mare). Questi piccoli animali bentonici sono coloratissimi e questa loro colorazione sgargiante è aposematica ossia comunica tossicità, pericolosità alle altre specie cosi da difendersi dai predatori e sopperire alla mancanza della conchiglia. Tra le specie più colorate e pericolose nel nostro mare citiamo: Cratena peregrina, specie con cerata (protuberanze dermiche) di colore arancio, blu, violetto che contengono cnidocisti (cellule urticanti) che questa specie accumula nutrendosi di Idrozoi e Peltodoris atromaculata, la famosa vacchetta di mare, con colorazione bianca a macchie marroni anch’essa tossica perché accumula tossine attraverso l’alimentazione. I nudibranchi sono un vero spettacolo per gli appassionati di fotografia subacquea ma abbiamo capito che il loro colore comunica un chiaro messaggio: guardare ma non toccare
Anche i pesci utilizzano il colore per diverse ragioni prime fra tutte sempre la difesa e la riproduzione ed i pesci del Mediterraneo, sebbene meno colorati dei loro amici tropicali, non fanno eccezione!
Molti pesci scelgono di vivere in banchi la loro intera vita perché’ essere parte di un banco ha dei vantaggi a livello di alimentazione, riproduzione ma soprattutto difesa. La colorazione di alcuni pesci è disruptiva ossia che insieme a quella degli altri all’interno del banco rende i singoli individui o le parti più vulnerabili di ciascun individuo indistinguibili agli occhi dei predatori. È questo il caso del sarago faraone (Diplodus cervinus): la sua colorazione argentata a righe nere verticali rende difficile al predatore l’individuazione del singolo all’interno del banco.
Molte specie di pesci del Mediterraneo scelgono di vivere in un determinato ambiente perché’ la loro colorazione è simile a quell’ambiente e questo gli permette di nascondersi efficacemente dai predatori. Questa strategia prende il nome di mimetismo e viene utilizzata da diverse specie del Mediterraneo. Il pesce ago cavallino (Syngnathus typhle), per esempio, ha una colorazione piuttosto verdastra ed è per questo che si nasconde facilmente tra le foglie di Posidonia oceanica, i pesci piatti come sogliole, rombi e razze si mimetizzano con il fondale sabbioso, lo scorfano ed il pesce pietra riescono non solo a riprodurre il colore (mimetismo omocromo) ma anche la forma del fondale di riferimento (mimetismo omomorfico).
Negli squali pelagici come il palombo (Mustelus mustelus) viene usata una tecnica chiamata contro ombreggiatura per cui i predatori guardando verso l’alto non riusciranno a distinguere la pancia dello squalo che è bianca come il riflesso della luce e guardandoli dall’alto il loro dorso apparirà scuro come le profondità marine rendendolo quindi quasi “invisibile” ai predatori. Negli squali bentonici invece le colorazioni assumeranno pattern differenti per potersi mimetizzare con il substrato: il gattopardo (Scyliorhinus stellaris) per esempio ha una colorazione dorsale a macchie.
Molti pesci cambiano una o più livree nel corso della loro vita. In questo caso i giovanili sono in generale di colori molto più accessi rispetto agli adulti forse perché gli adulti essendo pronti per la riproduzione preferiscono non attirare molto l’attenzione di possibili predatori. È questo il caso della castagnola Chromis chromis che possiamo notare in estate, durante le nostre immersioni ad Ustica: nello stadio giovanile è di colore blu elettrico, da adulta è invece di color grigio scuro, quasi nero.
Anche la protagonista di tutte le nostre immersioni ad Ustica, la cernia bruna, Epinephelus marginatus, cambia colore nelle varie fasi della sua vita: gli esemplari giovani sono scuri con delle macchioline e il bordo della coda di colore verdi/gialle. Crescendo gli esemplari assumono un colore bruno e le macchioline diventano grigie mentre il bordo della coda è bianco. Ma alla cernia piace cambiarsi d’abito e spesso modifica la sua livrea: sono state documentate almeno 8 diverse colorazioni che dipendono dall’umore, dallo stadio vitale e dal momento riproduttivo.
Bellissima da osservare sopratutto allo scoglio del medico è la cernia dorata o dotto, Epinephelus costae: il maschio, nel periodo dell’accoppiamento, si tinge di bianco e di giallo sul ventre rendendosi inconfondibile sia ai subacquei ma soprattutto alla femmine. I dotti adulti hanno una colorazione nera/grigia con delle macchioline chiare; i piccoli invece hanno un colore marrone/verdastro con delle striature più scure che percorrono tutto il corpo.
In moltissime specie di pesci il maschio ha una colorazione più appariscente per far colpo sulle femmine. Questa colorazione può essere presente dalla nascita o può presentarsi nel momento della maturità sessuale: in questo caso la livrea cambia e viene chiamata livrea nuziale. È questo il caso della donzella Coris julis: questa specie è ermafrodita proteroginica, ossia ogni individuo possiede entrambi gli organi sessuali ma nasce prima con quelli femminili sviluppati e poi nella fase adulta si converte in maschio. Nella fase femminile è di color bianco e marrone mentre in quella adulta maschile è bianca, verde, blu ed arancione: un’esplosione di colori! Anche la donzella pavonina, Thalassoma pavo è una ermafrodita proteroginica, in questo caso nella fase femminile è verde con una piccola macchia nera mentre in quella maschile è dorata con sfumature arancioni e possiede bande azzurre molto appariscenti sulla testa.
Un’altro pesce che vediamo comunemente in tutte le nostre immersioni ad Ustica è la menola, Spicara maena. Questo pesce ha una colorazione che varia in base all’età, al sesso e alla stagione dell’anno. Il suo colore di base è il grigio/verde che gli permette di mimetizzarsi col fondale; durante il periodo dell’accoppiamento invece il maschio assume una colorazione quasi fluorescente per attirare la femmina.
Abbiamo potuto constatare che il colore è uno strumento di comunicazione importantissimo per gli umani cosi come per gli animali. Gli animali, ancor di più quelli che non emettono suoni, lo utilizzano sia per la comunicazione intraspecifica (tra animali della stessa specie come nel caso della livrea nuziale) sia in quella interspecifica (comunicazione a specie differenti alla propria come nel caso delle colorazioni aposematiche).
Il colore è, quindi, un elemento essenziale per la sopravvivenza delle specie marine.
Una delle motivazioni per immergersi è proprio quella di andare a scoprire nuove forme e colori!
Non ci resta quindi che darvi appuntamento ad Ustica per venire a vedere con i vostri occhi uno dei fondali più colorati d’Italia! Buona giornata internazionale del colore!
Laureata in Biologia marina, guida naturalistica tra il Messico e l’Italia. Guida di snorkeling e whale watching di professione e subacquea per passione. Il mio obiettivo nella vita è diffondere l’amore e il rispetto per il mare e le creature che lo abitano.